Per didattica 2.0 si intende semplicemente la didattica che ha come punti di riferimento gli strumenti del Web 2.0, o più in generale le nuove tecnologie.
È un tipo di insegnamento e apprendimento che si realizza in un contesto nuovo, alternativo e integrativo rispetto alle tradizionali metodologie.
Nella didattica 2.0 risultano superati i concetti di centralità del docente e trasmissione dei contenuti.
In primo piano ci sono la promozione di un ruolo attivo degli studenti e l’acquisizione di nuove competenze.
La didattica 2.0 è sostanzialmente didattica digitale.
Si presenta come un medium innovativo per l’insegnamento, inclusivo delle tecniche tradizionali, e migliorato dalle opportunità offerte dalla tecnologia.
Con il termine didattica digitale si intende abbracciare il più ampio concetto di scuola digitale, con cui si indica non una scuola differente da quella tradizionale, ma un’istituzione educativa che pone l’accento sull’innovazione del sistema in sé e per sé.
I primi passi di internet nelle scuole
La cultura digitale ha iniziato a prendere vita all’interno del sistema scolastico già da qualche decennio.
Ma è con l’adozione di internet a partire dagli anni 2000 che si è radicata come disciplina trasversale, in grado di comprendere diverse competenze e di essere adottata in tutte le materie.
Da iniziativa e progetto embrionale si è trasformata qualcosa di molto più ampio e concreto.
Ha dato vita a una vera e propria didattica alternativa – la didattica 2.0 appunto – e ha ridisegnato il concetto di insegnamento, rendendolo più metafisico e quindi meno tangibile, ma in grado di partecipare a sfide concrete e attuali.
La centralità della partecipazione
Ciò su cui ha influito la didattica 2.0 è sicuramente il livello di coinvolgimento degli alunni.
Con la didattica 2.0 è cambiato il concetto di partecipazione alle lezioni.
Studenti e studentesse, nonché utenti di piattaforme di e-learning e di contenuti digitali, hanno iniziato ad avere un ruolo più attivo.
Da semplici fruitori di messaggi e contenuti sono diventati autori e attori di ciò che apprendono quotidianamente.
Tutto nella didattica 2.0 è progettato perché a un input corrisponda un output chiaro e immediato.
Intervenire o inviare un feedback è più semplice, ed è stimolato da tipologie di contenuti interattivi e coinvolgenti.
Con le videolezioni imparare è più semplice
Lo strumento impiegato nelle modalità di insegnamento introdotte dalla didattica 2.0 è soprattutto il video, sia nella forma di tutorial che di videolezione.
In questo modo l’attività didattica può avvenire ovunque: a casa, al parco, e naturalmente anche in classe.
Studenti e studentesse non devono fare altro che connettersi al proprio dispositivo e tenere occhi e orecchie ben aperti!
Con un video ben costruito, in cui immagini e audio si complementano e rafforzano, si può essere molto efficaci nel trasmettere alcune nozioni.
Il formato video, in ambito didattico, è sviluppato tenendo presenti essenzialmente tre obiettivi.
1 / La centralità dello studente
Esistono moltissime piattaforme di e-learning che permettono a docenti, anche non esperti, di personalizzare video didattici con gli elementi più adatti ai destinatari del proprio progetto.
Mettere lo studente al centro significa tenere conto delle sue peculiarità e delle sue inclinazioni, e fare leva su di esse per spronarlo e coinvolgerlo.
Ad esempio, l’ambientazione e i protagonisti di un video didattico possono essere scelti in funzione di questo obiettivo.
2 / Le competenze
Con i video è più semplice mostrare e aiutare a sviluppare sia soft che hard skills, come la capacità di parlare in pubblico o di usare gli strumenti digitali in modo consapevole.
3 / La facoltà di essere qui e ovunque
Lo abbiamo accennato sopra, si impara la Divina Commedia anche con dei video che trasportano l’utente direttamente nell’opera mentre è nel soggiorno di casa propria.
La didattica 2.0 e le sue modalità di fruizione, come il video, vogliono ampliare le occasioni di apprendimento e renderle più interattive e più vicine a chi impara.
Dal Garante i video per parlare di privacy e sicurezza online ai più giovani
Raccontare attraverso suoni e immagini è anche un modo per rendere più iconico e immediato il messaggio che si vuole trasmettere.
Ci sono alcuni temi, in particolare, che risultano più facilmente comprensibili con una full immersion audiovisiva.
Un esempio di che cosa può essere spiegato attraverso questo format così diffuso anche a scopo didattico è il concetto di privacy e l’importanza di tutelarla, soprattutto in rete.
Su questo argomento circolano sul web diversi video, utili a sensibilizzare i più giovani in modo semplice, sia in classe che a casa.
Filmati esplicativi, illustrati e dinamici, per parlare di tutela della privacy nel modo più coinvolgente possibile.
“Vuoi davvero che tutti sappiano certe cose di te?”, “Le cose che pubblichi possono offendere qualcuno?”, “Quando ti connetti, connetti anche la testa!”.
Sono questi alcuni degli avvertimenti che troviamo nel video tutorial pubblicato sul canale YouTube del Garante per la privacy, in cui si spiega, attraverso illustrazioni animate, come usare i social network in modo sicuro e consapevole.
Sul canale YouTube del Garante è disponibile anche un altro contenuto video su come tutelare la privacy su smartphone e tablet.
L’impostazione è sempre la stessa: un racconto simile a un cartone animato che tratta una problematica reale e diffusa.
In realtà sono stati diversi, nel corso del tempo, gli interventi dell’Autorità per guidare i più giovani verso una maggiore consapevolezza della propria privacy, soprattutto online.
Altri video su tutela della privacy e pericoli della rete
Anche Generazioni Connesse, il progetto promosso dal Ministero dell’Istruzione per rendere internet un luogo più sicuro, ha realizzato una serie di video sul tema privacy e sicurezza online.
I filmati sono parte del progetto i #supererrori del web, una miniserie che racconta in modo semplice gli errori da evitare per gli adolescenti che vivono “in chat” e ogni giorno mettono a rischio la propria privacy.
Le chat sono un luogo meraviglioso se usate nel modo giusto.
Tanti episodi che mostrano, attraverso illustrazioni e una voce narrante super coinvolgente, come si può facilmente perdere di vista ciò che si ha davanti agli occhi, quando a coprirli c’è sempre lo schermo del PC o del cellulare.
Non meno interessante è il video realizzato dalla piattaforma di e-learning Smile and Learn, in collaborazione con Parole O_Stili, un progetto sociale di sensibilizzazione contro la violenza delle parole.
Tutti i contenuti suggeriti hanno l’ambizione di ridefinire lo stile con cui i più giovani stanno in rete, e diffondere l’attitudine positiva ad avere a cuore sia la propria identità che quella degli altri.
Ecco perché il format del video funziona
Entriamo nel merito dei contenuti proposti, analizzandoli più nel dettaglio per comprendere come e perché raggiungono l’obiettivo per cui sono stati realizzati.
Elemento comune e fondamentale per tutti i video-tutorial sulla privacy è sicuramente la tecnica dello storytelling.
Lo storytelling è la risposta alla domanda: “Come fanno questi contenuti a funzionare?”.
Ricordare una storia o un racconto non è solo più facile che memorizzare una spiegazione, ma anche più divertente, emozionante e coinvolgente.
L’efficacia della narrazione sta nell’utilizzo di schemi strategici e di un linguaggio vicino a quello di chi guarda e ascolta.
Nelle storie presentate attraverso i video che parlano di privacy e sicurezza online c’è sempre una voce narrante.
Un elemento immancabile quando si vuole realizzare un racconto in grado di rimanere impresso, ma non di certo l’unico.
Tutti i protagonisti dei video-tutorial, infatti, sono bambini o adolescenti, e quindi personaggi in cui i più giovani possono facilmente identificarsi.
Hanno i loro stessi gusti e interessi, ma il loro aspetto non è del tutto reale.
Possiedono la dimensione ludica e immaginaria che bambini e adolescenti ricercano in tutto ciò che gli interessa.
In realtà, trattandosi di contenuti online, più che di storytelling sarebbe opportuno parlare di digital storytelling.
Questa tecnica narrativa combina l’arte di inventare una storia e l’uso degli strumenti multimediali (grafica, audio, video e web).
La narrazione attraverso gli strumenti digitali è più efficace di quella tradizionale, ma richiede una dettagliata pianificazione delle operazioni da svolgere, e la capacità di utilizzare differenti strumenti tecnologici.
Possono essere individuati otto passaggi per la realizzazione di un digital storytelling:
- Definire l’idea iniziale attraverso una breve descrizione, un diagramma, una domanda
- Ricercare, raccogliere, studiare informazioni sulle quali sarà costruita la storia
- Scrivere la storia, definendo lo stile della narrazione
- Tradurre la storia in una sceneggiatura
- Registrare immagini, suoni, video
- Montare e ricomporre il materiale
- Distribuire il prodotto
- Raccogliere e analizzare i feedback
Ora, compreso che anche quando si tratta di privacy è possibile parlarne in modi interattivi e coinvolgenti, non resta che aprire la cassetta degli attrezzi e mettersi al lavoro!