Un tasso di coinvolgimento medio pari al 5,96%.
Più di 1 miliardo di utenti attivi a livello globale e oltre 2.5 miliardi di spesa dei consumatori.
Questi sono solo alcuni dei risultati incredibili raggiunti da TikTok nel 2022.
Che piaccia o no, questo social network attira tantissimo, soprattutto i più giovani.
I video pubblicati su TikTok ottengono miliardi di visualizzazioni giornaliere, e circolano rapidamente anche all’interno di altri social grazie al meccanismo delle condivisioni.
Tra gli utenti di TikTok in prevalenza Millennials e appartenenti alla Generazione Z, quindi, adolescenti e preadolescenti.
Proprio per la tipologia di target a cui è destinato, l’uso di questa piattaforma ha sollevato diverse critiche, sia in Italia che nel mondo.
Le istituzioni contro TikTok
Da quando è esploso, il “fenomeno Tik Tok” ha iniziato ad attirare l’attenzione dei governi e delle istituzioni che si occupano di privacy.
Gli interventi delle Autorità hanno riguardato la tutela dei dati personali e la sicurezza dei minori.
Un provvedimento del Garante italiano nei confronti della piattaforma è stato emesso nel gennaio 2021, e un altro, di cui abbiamo già parlato, nel luglio 2022.
Il primo, in particolare, è relativo al fenomeno della “Blackout Challenge”, una sfida pericolosissima che istigava i minori al suicidio.
L’obiettivo era sfidare gli utenti a trattenere il respiro per il maggior tempo possibile, resistendo di solito con una cintura o un laccio stretti attorno al collo, per sperimentare sensazioni simili alla perdita di conoscenza.
L’Autorità in quella circostanza ha rilevato i seguenti inadempimenti:
- inadeguata tutela dei minori al momento della registrazione
- mancanza di trasparenza nell’informativa sulla privacy
- profilo pubblico come impostazione predefinita
Ciò ha comportato per la piattaforma un blocco nell’uso dei dati degli utenti per i quali non risultava accertata l’età anagrafica, in attesa della pronuncia dell’autorità capofila, ossia quella irlandese.
Cosa è accaduto in seguito? L’autorità irlandese, nel settembre 2022, ha redatto una proposta di decisione ai sensi dell’art. 60 del GDPR nei confronti di TikTok.
Nello stesso periodo, l’Information Commissioner’s Office – ICO (e cioè L’Autorità Garante Inglese per la protezione dei dati personali) ha evidenziato alcune criticità di TikTok rispetto alle disposizioni della legge applicabile in materia di privacy.
Ha quindi imposto alla società proprietaria del social network di adottare delle indispensabili misure di adeguamento.
I Paesi che hanno messo al bando TikTok
Addirittura il governo indiano, seguito da quello del Bangladesh e dell’Indonesia, è arrivato al punto di bandire l’app da Google e Play Store per via dei suoi contenuti, ritenuti colpevoli di incitare alla pornografia e alla pedofilia.
L’accusa di questi Paesi trova effettivamente un fondo di verità se consideriamo che la maggior parte dei video condivisi su TikTok sono accessibili anche a chi non è iscritto.
Dunque tutto ciò che viene caricato sul social dagli utenti, tra cui minori, può essere visualizzato da chiunque, malintenzionati compresi.
Quattro importanti fattori di rischio per gli utenti di TikTok
Date le varie contestazioni mosse a TikTok, è possibile individuare quattro principali fattori di rischio che può comportare l’uso di quella che nel giro di poco tempo è diventata l’app social più popolare tra gli adolescenti.
1) Sicurezza dei dati
Mentre ormai dal 2016 anche WhatsApp ha introdotto la crittografia end-to-end (E2EE), tecnologia che non permette di decifrare il contenuto dei messaggi o di ascoltare le telefonate, la stessa misura di sicurezza non è fornita da TikTok.
2) Tracciamento online
Effettuando uno screening con uno strumento tecnico di analisi per app, come quello dell’organizzazione senza scopo di lucro Exodus Privacy, chiunque può osservare che l’utente che scarica sul proprio dispositivo l’ultima versione di TikTok installa con essa i codici di firma di 5 tracciatori di profilazione.
Vale la pena ricordare che i tracciatori online possono essere potenzialmente sfruttati per indirizzare subdolamente ad altri contenuti che hanno affinità con questioni inerenti la sfera privata, come l’orientamento sessuale, le opinioni politiche, le credenze religiose, ecc.
3) Autorizzazioni di accesso allo smartphone
Sempre dall’analisi fatta con Exodus Privacy, risulta che installando TikTok si concedono all’app anche 74 permessi di accedere a numerose funzioni del proprio dispositivo elettronico, tra cui la webcam, i contatti memorizzati in rubrica, la funzione di registrazione audio, e tutti gli appuntamenti inseriti nel calendario.
4) Dati personali in giro per il mondo
Tra le varie criticità che assumono una certa rilevanza, un’ultima che merita di essere presa in considerazione è quella del trasferimento dei dati personali in paesi che non seguono le stesse regole dell’Unione Europea in materia di privacy.
Non solo i dati che gli utenti affidano a TikTok non sono crittografati con la tecnologia end-to-end, ma i server in cui vengono archiviati sono gestiti da Paesi le cui privacy policy non rispecchiano gli standard europei.
TikTok: il ruolo di genitori e insegnanti
Visti e considerati i potenziali pericoli corsi da bambini e adolescenti su TikTok, è evidente che un’attività di vigilanza da parte di genitori è essenziale.
Questi, infatti, sono chiamati a supervisionare l’utilizzo che i figli fanno dei social, Facebook e Instagram compresi, non tanto con tecniche di spionaggio illecito degli smartphone, ma tramite un dialogo costruttivo con cui mettere i bambini al corrente dei rischi in cui è possibile incorrere facendo un uso improprio di questi strumenti.
Ecco alcuni consigli utili per i genitori che vogliono monitorare e limitare l’utilizzo di TikTok da parte dei propri figli.
1) Parental control
Forse non tutti ne sono al corrente, ma su molti dispositivi è possibile abilitare il parental control.
Grazie a questa impostazione, i genitori possono impedire l’installazione di una determinata app sul cellulare dei figli.
2) Account privato
Per evitare che i contenuti condivisi su TikTok siano visibili a tutti, è possibile scremare il potenziale pubblico impostando l’account del bambino o del ragazzo in modalità privata.
In questo modo i video sul suo profilo saranno visibili solo a un numero limitato di follower autorizzati, meglio se con la supervisione dei genitori.
3) Gestione contenuti
Al momento dell’iscrizione, mamma e papà possono accedere alla piattaforma tramite il profilo del figlio, segnalando con l’opzione “non mi interessa” i contenuti potenzialmente pericolosi.
Così facendo, al bambino non verranno più mostrati video simili.
4) Controllo orario
Attraverso la funzionalità “controllo applicazione” i genitori possono limitare l’utilizzo di TikTok, cosicché i minori non trascorrano troppo tempo sulla piattaforma.
Una volta superato il periodo consentito, sarà necessario inserire un codice per accedere nuovamente all’app.
5) Offrire un’alternativa
La strategia più efficace per allontanare gli adolescenti dal mondo virtuale è offrire loro valide alternative con cui trascorrere il tempo, così da farli rientrare in contatto con la realtà.
Infine, anche la scuola può dare il suo prezioso contributo in termini di educazione di bambini e ragazzi.
Compito degli insegnanti è infatti quello di sensibilizzarli all’uso consapevole dei social, e di informarli sui pericoli che possono correre postando in maniera compulsiva e incontrollata foto e video sul web.