Un adolescente su tre dichiara di aver ricevuto fotografie e/o video sessualmente espliciti senza averlo richiesto.

Questo è uno dei dati emersi nel Brief Report n.19/2023 pubblicato da WeWorld, che analizza i rischi e gli abusi online di cui sono vittime bambini e ragazzi, e si concentra sulla loro diffusione – nel mondo e in Italia – e sulle loro conseguenze.

Il rapporto conferma una realtà di cui ormai tutti sono a conoscenza.

I giovani sono sempre più precocemente esposti a occasioni di interazione con internet, attraverso un’ampia gamma di dispositivi facilmente accessibili.

L’accesso al web, soprattutto per i più piccoli, rappresenta da una parte un’opportunità di accrescimento del sapere, di incremento delle capacità comunicative, di sviluppo delle competenze e di miglioramento delle prospettive di lavoro, ma dall’altra può esporre a situazioni di vulnerabilità che richiedono interventi specifici.

Chi è coinvolto nel percorso di educazione digitale dei minori?

In questi ultimi anni è cresciuta la necessità da parte delle istituzioni di adottare strategie in grado di fornire risposte adeguate rispetto ai processi di digitalizzazione che coinvolgono bambini e ragazzi.

Queste strategie implicano lo sviluppo di servizi dal contenuto innovativo e di alta qualità, che garantiscano loro di muoversi in sicurezza e con competenza negli ambienti digitali. 

Anche le aziende attive nel campo dei servizi online, da parte loro, hanno iniziato un percorso di adeguamento, che si configura come impegno “virtuoso” per una crescita “sociale” dell’intera collettività, con particolare riferimento al superiore interesse dei minori.

Il ruolo del MIM nell’educazione digitale dei minori

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha profuso un grande impegno nel promuovere le politiche del cosiddetto “Better Internet for Kids”, attraverso le iniziative previste dal Piano Nazionale Scuola Digitale e delle Linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo.

Queste iniziative hanno trovato e trovano un fattore di consolidamento nell’implementazione del progetto “Generazioni Connesse”, nel quale si traduce sostanzialmente l’azione del Safer Internet Centre italiano, cofinanziato dalla Commissione Europea.

Il Safer Internet Centre (noto anche come SIC) nasce per fornire informazioni, consigli e supporto a bambini, adolescenti, genitori, docenti ed educatori per affrontare le problematiche che riguardano la rete

Il progetto si presenta come punto di riferimento a livello nazionale per le iniziative orientate alla sensibilizzazione, alla prevenzione e all’educazione alla sicurezza online.

In questo quadro rientra l’attivazione dell’Advisory Board come organismo di consultazione, che ha offerto al MIM e al Safer Internet Centre l’occasione per avviare una concertazione inter-istituzionale allargata alle principali aziende delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC), alle associazioni, organizzazioni, enti, e ai più diffusi social network, per la messa in opera di una sinergica e fattiva collaborazione tra le iniziative per l’educazione alla sicurezza nel mondo digitale.

Per dare continuità e ulteriore impulso alle strategie di intervento avviate in questi anni, sia a livello locale che nazionale, e in un’ottica di rafforzamento delle partnership pubbliche e private, il Safer Internet Centre ha incluso all’interno dell’Advisory Board aziende e istituzioni che si occupano non solo della navigazione sicura per bambini e ragazzi, ma anche della promozione delle opportunità che la rete offre.

Finalità del progetto “Generazioni Connesse”

Nell’ambito delle attività di “Generazioni Connesse” si sono moltiplicate le azioni e i progetti realizzati da istituzioni, organizzazioni e aziende all’interno delle scuole, coinvolgendo in maniera diretta studenti e insegnanti.

L’obiettivo è quello di fornire dei principi guida ai quali attenersi per la realizzazione di iniziative finalizzate a promuovere un uso positivo e consapevole delle tecnologie digitali da parte dei più giovani, e/o a prevenire e contrastare situazioni di rischio online.

Tali principi intendono rappresentare degli standard di qualità minimi da osservare da parte degli attori che realizzano progetti nelle scuole con i fini sopra indicati.

La piattaforma di Google

Anche Google supporta genitori, insegnanti, educatori e minori nel loro percorso di interazione con il web.

“Vivi Internet, al meglio” è uno strumento per aiutare bambini e adolescenti a comprendere che:

  • realtà e internet non sono due mondi separati: quello che si fa online ha lo stesso peso di quello che si fa offline;
  • instaurare un rapporto equilibrato con la tecnologia significa tutelare se stessi e i propri coetanei;
  • riflettere sul ruolo che la tecnologia ha nella vita privata è importante per iniziare a seguire alcune buone prassi come disattivare le notifiche sul cellulare, ricaricare lo smartphone lontano dal letto, scegliere la modalità aereo quando si è a tavola o in compagnia, ecc.;
  • verificare che le attività svolte dai più piccoli sui loro dispositivi siano appropriate per lo sviluppo, e siano educative.

Accedendo alla piattaforma è possibile consultare tantissime risorse: libri interattivi, video, giochi, e quiz dedicati all’educazione digitale.

Il valore dell’educazione

Essere adulti online non è semplice, e ancor meno lo è per i minori, sovraesposti e bombardati sotto ogni fronte, sia che si tratti di pedofilia che di tecniche di marketing invasive.

Per questo è sempre più importante, data la rilevanza che la tecnologia ha assunto nella quotidianità dei più piccoli, informarsi per uso positivo del web, essere presenti, condividere i momenti che si passano dinanzi allo schermo, ed educare i ragazzi sin da piccoli a un sano utilizzo dei nuovi sistemi digitali, fornendo loro gli strumenti conoscitivi per comprendere e prevenire ogni situazione di rischio, pur nei limiti delle loro capacità.