Un giorno, non molto lontano, le aule scolastiche potrebbero non avere più pareti.
Può sembrare un’affermazione profetica, ma in realtà è tutt’altro.
Lo dimostrano i progressi in ambito digitale, e lo confermano gli esperti.
Gli spazi fisici in cui studenti e docenti si recano ogni giorno per fare lezione potrebbero trasformarsi in spazi aperti dove si lavora insieme, sfruttando le potenzialità del sapere condiviso, grazie alle tecnologie offerte dal metaverso.
L’epidemia di Coronavirus, che per diversi mesi ha costretto tutti a restare a casa, ha accelerato un processo che nelle scuole era già in atto da tempo.
Basti pensare, ad esempio, all’utilizzo sempre più consolidato di strumenti come la LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) e il registro elettronico, o al ricorso ormai quotidiano al web per fare ricerche, o per trovare supporto nello svolgimento dei compiti a casa.
Durante la pandemia, ogni scuola ha dovuto organizzare autonomamente le lezioni da remoto.
Abbiamo assistito a una vera e propria transizione digitale in ambito educativo.
Docenti, studenti e studentesse si sono trovati ad affrontare un modello di apprendimento immersivo basato sull’utilizzo delle nuove tecnologie.
Tutto questo li ha preparati al metaverso, il passo successivo che l’avvento della digitalizzazione ci sta spingendo a compiere.
Imparare nell’era del metaverso
Prima di parlare delle sue implicazioni nel mondo della scuola, chiariamo che cosa s’intende per metaverso.
Nella traduzione italiana, metaverso significa realtà digitale che combina aspetti dei social media, del gioco online, della realtà aumentata e di quella virtuale, per ampliare le capacità sensoriali di ognuno tramite l’uso della tecnologia.
Nel gioco, nello shopping e nelle transazioni economiche, il metaverso aggiunge elementi rilevanti, per cui ad esempio le persone che investono nel metaverso avranno la possibilità di aprire attività proprie, avere proprietà, e guadagnare guidando aziende che nella realtà fisica non esistono.
Con il metaverso si prospetta la nascita di una nuova fase di internet, che favorirà la creatività e aprirà nuovi orizzonti.
In questo contesto, è lecito immaginare anche un rapporto tra metaverso e istruzione.
La sfida che oggi il mondo dell’education si trova a cogliere riguarda le modalità di studiare, e la possibilità, sempre più tangibile, che l’online diventi una componente integrale dell’educazione.
Ma quali sono i vantaggi di imparare con questi strumenti?
Il metaverso dovrebbe portare a soluzioni pedagogiche più inclusive e creative, tra cui creare un ecosistema di centro di ricerca virtuale.
Facebook adotta il metaverso come strumento educativo
Al centro della visione di Facebook (che da un paio d’anni ha cambiato il suo nome in Meta) c’è la volontà di creare una nuova era di internet ispirata al metaverso, e con utenti istruiti a utilizzarlo.
I Facebook Reality Labs (unità commerciali di ricerca) investono in programmi educativi per assistere lo sviluppo della tecnologia e insegnare alle persone a utilizzare strumenti di realtà aumentata e virtuale.
Inoltre, Facebook ha annunciato una collaborazione con Coursera ed edX, per rendere il mondo veramente aperto e interconnesso.
La scuola del futuro
Si presume che nel metaverso gli alunni potranno visitare mostre, musei e città, oltre ad avere la possibilità di frequentare laboratori virtuali e confrontarsi con il resto del mondo.
Nella scuola del futuro ci sarà una nuova didattica universale basata su un apprendimento ibrido, frutto della fusione fra l’insegnamento classico e quello sperimentale.
L’apprendimento tramite strumenti virtuali rivoluzionerà la didattica tradizionale.
Per questo il sistema di formazione dovrà adeguarsi alla nuova era digitale e rispondere ai bisogni delle nuove generazioni.
Un primo passo in tal senso è già stato compiuto con l’introduzione di dispositivi come smartphone e tablet, che permettono di accedere facilmente a migliaia di applicazioni dedicate all’apprendimento.
Con il passare del tempo questi strumenti verranno utilizzati al pari di penne e quaderni.
Gli studenti si muoveranno sempre più frequentemente in ambienti virtuali per simulare viaggi nello spazio e nel tempo.
Attraverso i visori di realtà virtuale si sposteranno su diverse linee temporali, e studieranno tutti gli avvenimenti storici attraverso una modalità ludica, esperienziale e immersiva.
Tutti gli alunni diventeranno protagonisti attivi del loro sapere, poiché si addentreranno direttamente nel contesto di apprendimento.
Ogni alunno farà parte di un ecosistema virtuale e interconnesso all’interno del metaverso.
Le nuove piattaforme educative garantiranno l’apprendimento online verso una nuova era mista tra mondo virtuale e reale.
Così, se un tempo si imparava la geografia semplicemente ruotando il mappamondo, in un futuro ormai prossimo, grazie ai visori per la realtà virtuale, si potrà andare la mattina alle Maldive e al pomeriggio nella foresta amazzonica.
Se in passato si studiava la storia dell’Antica Roma con monografie e immagini di corredo, a breve si potrà sperimentare con i propri occhi (virtuali) che cosa significa essere all’interno del Colosseo durante un combattimento tra gladiatori.
Due esempi di apprendimento nel metaverso
Nel nostro Paese alcune scuole stanno iniziando ad adottare le tecnologie immersive del metaverso nelle aule e nelle metodologie didattiche.
Qualche esempio?
La prima scuola nel metaverso è nata con un progetto pilota degli studenti dell’istituto St. Louis School di Milano, che potranno sperimentare per primi un nuovo metodo di apprendimento ibrido, in grado di approfondire il percorso di studi.
Il progetto ha l’obiettivo di ispirare tutti gli studenti a raggiungere il loro potenziale unico.
Inspired sarà il primo gruppo di istituti a sviluppare una scuola nel metaverso, e la costruirà sulla base della prestigiosa scuola fisica Reddam House nel Berkshire, Regno Unito.
La scuola potrà essere raggiunta da qualsiasi parte del mondo dagli studenti Inspired, per approfondire l’esperienza di apprendimento attraverso l’insegnamento collaborativo e l’apprendimento in Virtual Reality.
A Napoli è invece nata la prima Università che applica in maniera sistematica la didattica partecipata e laboratoriale in una realtà mista all’interno dei propri corsi di laurea.
L’Università Federico II ha infatti avviato la sperimentazione della Hybrid Learning Spaces, soluzione sviluppata da Hevolus Innovation e Microsoft Italia.
L’ateneo intende mettere a disposizione degli studenti le tecnologie più innovative per la didattica.
Un modello esperienziale interattivo e multidisciplinare, in grado di porre lo studente al centro, coinvolgendolo in prima persona e stimolando il suo spirito di iniziativa.
La sfida privacy/metaverso
Senza dubbio il metaverso rappresenta una delle più grandi sfide per la privacy.
Il tracciamento di informazioni personali, infatti, dovrà necessariamente trovare un equilibrio con il principio di minimizzazione dei dati, la cui raccolta molto spesso supera la necessità delle finalità dichiarate.
Sarà fondamentale settare adeguatamente le piattaforme, in modo che gli utenti possano rilasciare il proprio consenso dopo essere stati preventivamente informati sul trattamento dei dati effettuato, ed essere stati posti nelle condizioni di verificarlo, ed eventualmente revocarlo.
Certamente non basterà un flag sul consenso per garantire la conformità delle piattaforme.
Restano aperte una serie di questioni che la normativa attuale e quella in divenire dovranno disciplinare e cercare di prevenire.
Dalla tutela dell’identità, alla libertà di espressione, all’individuazione e condanna dei reati e dei comportamenti scorretti degli utenti, fino al furto dei dati personali.
Tutte problematiche legate allo sviluppo delle nuove tecnologie, che possono quindi essere definite un’arma a doppio taglio che con il passare del tempo si cercherà di rendere sempre meno pericolosa.