La sextortion, o estorsione sessuale, è una forma di ricatto in cui il criminale minaccia di diffondere foto e video intimi della vittima se quest’ultima non cede a richieste economiche.

Questa pratica sfrutta la vulnerabilità di individui, specialmente giovani come adolescenti e preadolescenti, e si sta evolvendo in modi sempre più sofisticati e pericolosi.

Il meccanismo di base della sextortion prevede che l’aggressore contatti la vittima tramite messaggi elettronici, come email o chat sui social media, nei quali dice di essere in possesso di file compromettenti, e di essere pronto a cancellarli in cambio di una somma di denaro.

Tuttavia, molte di queste comunicazioni sono truffe generate in massa, destinate a sfruttare anche solo una piccola parte dei destinatari.

I dati della Polizia Postale

Secondo i dati forniti dalla Polizia Postale, nel solo mese di agosto dell’anno scorso sono state segnalate oltre cento denunce di sextortion, che hanno colpito sia adulti che minori.

Questo fenomeno è particolarmente insidioso perché si basa sulla manipolazione emotiva e sulla paura.

Quello che nasce come un gioco si trasforma in un incubo fatto di ricatti, continue richieste di denaro e minacce, che si attua con la diffusione sui social di immagini intime ottenute tramite chat.

Tutto inizia con qualche messaggio scambiato con profili social di finti “principi” o “principesse” azzurri, ragazze e ragazzi gentili e avvenenti che fanno apprezzamenti e mettono un like alle foto pubblicate.

Si passa poi alle videochat, e le richieste si fanno man mano più spinte.

Dopo aver ottenuto foto e video intimi cominciano le richieste, non troppo alte, di denaro, accompagnate dalla minaccia che, in caso di mancato pagamento, il materiale sessuale verrà diffuso tra tutti i contatti, gli amici e i parenti.

Le vittime, intrappolate tra la vergogna e il terrore di vedere le loro immagini intime diffuse, spesso scelgono di pagare per evitarne la divulgazione, alimentando così un circolo vizioso difficile da spezzare.

L’allarme dell’FBI

L’FBI ha lanciato di recente un allerta riguardo al crescente fenomeno della sextortion negli Stati Uniti.

Sempre più frequentemente i cybercriminali si spacciano per qualcun altro, e ricattano le vittime con immagini compromettenti, minacciando di condividerle se non ricevono denaro o informazioni sensibili.

I giovani sono spesso i bersagli principali di questi attacchi, che mirano a ottenere dettagli su carte di credito, conti bancari e altre informazioni private.

Questo tipo di estorsione ha già portato a tragici episodi di suicidio negli USA, e in Italia la situazione non è meno grave, come dimostrano le numerose segnalazioni alle autorità.

Sextortion e deepfake

Negli ultimi tempi la sextortion sta evolvendo grazie all’uso della tecnologia deepfake.

Questa tecnica consente di creare contenuti multimediali falsi ma estremamente realistici, sovrapponendo il volto della vittima a video e immagini sessuali prelevati dal web.

Il risultato è così credibile che può spaventare e angosciare le vittime.

Il deepfake viene usato per costruire contenuti compromettenti che poi vengono utilizzati per esercitare pressione sulla vittima.

Il Garante della privacy ha già emesso un vademecum per aiutare le persone a riconoscere e difendersi da questa minaccia.

I truffatori possono anche utilizzare video e audio deepfake per manipolare le vittime, facendole apparire come se dicessero qualcosa che non hanno mai detto, amplificando ulteriormente il danno e il terrore.

Ruolo di scuola e famiglia

La prevenzione della sextortion richiede un impegno congiunto di scuola e famiglia

Gli insegnanti possono svolgere un ruolo cruciale, educando gli studenti sui pericoli online e promuovendo l’importanza della sicurezza digitale.

Programmi di sensibilizzazione e workshop interattivi possono aiutare i ragazzi a riconoscere i segnali di pericolo e a proteggersi.

Le famiglie, d’altra parte, devono creare un ambiente di fiducia in cui i giovani si sentano sicuri di parlare delle loro esperienze online senza paura di essere giudicati. 

È fondamentale che i genitori siano informati sui rischi del web e monitorino l’attività online dei figli, senza però invadere la loro privacy.

Strategie di difesa contro la sextortion

Sebbene limitare il rischio di sextortion possa sembrare complicato, esistono strategie efficaci per proteggersi:

1 / Non fidarsi degli sconosciuti

Non interagire con sconosciuti online, e fare attenzione ai profili che sembrano sospetti.

Questo vale sia per i minori che per gli adulti.

2 / Limitare la condivisione di immagini

Evitare di inviare foto personali, e limitare la pubblicazione di immagini sui social media.

Se necessario, impostare la privacy dei profili per consentire l’accesso solo ai contatti fidati.

3 / Proteggere l’elenco dei contatti

Evitare di rendere pubblici i propri contatti sui social network.

Non mostrare l’elenco dei contatti neanche agli amici per complicare il lavoro agli estorsori.

4 / Non cedere al ricatto

Non pagare mai le somme richieste dagli estorsori.

Il pagamento non garantisce la cessazione delle minacce e può solo alimentare ulteriori richieste.

5 / Conservare le prove

Non cancellare i messaggi o chiudere i profili social.

Conservare gli screenshot delle conversazioni e delle minacce per eventuali indagini.

6 / Segnalare il reato

Denunciare immediatamente il ricatto alle autorità competenti, o fare una segnalazione sul portale www.commissariatodips.it.

Affrontare il problema con l’aiuto delle forze dell’ordine è essenziale.

Conclusioni

La sextortion è una minaccia in continua evoluzione, che sfrutta le debolezze emotive e la tecnologia per infliggere danno alle vittime.

Conoscere i segnali di allerta e adottare misure preventive è cruciale per ridurre il rischio e proteggersi da questa forma di estorsione.

La consapevolezza e l’educazione sono strumenti fondamentali per contrastare e prevenire questa pericolosa pratica.