Le conferenze TED (Technology Entertainment Design) sono tra i dibattiti pubblici più famosi al mondo.
Nate nel 1984 come evento singolo, sono poi diventate un appuntamento annuale molto atteso.
In particolare, i Ted Talks sono interventi brevi ed efficaci che si concentrano su argomenti che riguardano scienza, società, arte, tecnologia, cultura in generale e molto altro.
All’inizio le conferenze si occupavano soprattutto di tecnologia e design, ma nel corso degli anni hanno dato spazio a ogni tema di rilevanza universale.
La politica dei Ted Talks è riassunta nella formula “ideas worth spreading” (idee che meritano di essere diffuse).
La modalità di fruizione è invece quella frontale.
C’è un narratore che prende la parola, e un pubblico che non si limita ad ascoltare, ma partecipa attivamente al discorso.
A salire sul palco sono solitamente personaggi che hanno avuto esperienze straordinarie, e che vogliono condividere con la platea quanto hanno imparato.
Ted Talks da proporre in classe
Da quando esistono, i Ted Talks hanno lasciato impressi nella memoria degli spettatori insegnamenti che solo l’arte dello storytelling può esemplificare.
Ci sono moltissimi Ted Talks che, per le loro finalità didattiche, potrebbero essere proposti in classe agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado.
Quali ad esempio?
Ecco un brevissimo elenco di Ted Talks da guardare insieme agli alunni.
– L’arte della procrastinazione
Il blogger americano Tim Urban spiega cosa succede nella testa di un procrastinatore.
Protagonisti della narrazione sono scimmiette che ci fanno passare ore intere su YouTube quando invece dovremmo darci da fare, e mostri del panico che ci ricordano scadenze imminenti.
Alla fine Tim Urban spiega anche perché dovremmo smettere di perdere tempo.
– La chiave del successo è la tigna
La consulente gestionale e insegnante Angela Lee Duckworth, dopo lunga osservazione nelle scuole pubbliche newyorkesi, nelle aziende e nei centri di addestramento militare, ha realizzato che non è il quoziente intellettivo a determinare il successo di qualcuno.
Lo è più spesso la grinta, cioè quella capacità di tenere duro e arrivare in fondo ai propri traguardi.
Come si fa a svilupparla? Una risposta è la “mentalità di crescita”.
Margaret Heffernan, con un intervento dal titolo “Osare dissentire”, ricorda al pubblico l’importanza del conflitto, e il valore inestimabile di un “no” invece di un “sì” accondiscendente ma per nulla stimolante.
Partendo dalla storia di una ricercatrice americana che si occupava di tumori infantili e del suo collega, il cui compito era provare a smentire tutte le sue teorie per darle (o no) la certezza di avere ragione, Heffernan racconta che nell’85% dei gruppi di lavoro non si osa entrare in disaccordo con i propri collaboratori per non rovinare il clima.
Il conflitto però è una possibilità di crescita, e non solo (e non sempre) di rottura.
Privacy First: l’incontro del Garante con i giovani
“Privacy First! dalla parte dei giovani” è un evento organizzato sul modello dei Ted Talks.
Si è tenuto il 21 ottobre 2022 al Teatro Argentina di Roma, ed è stato l’appuntamento conclusivo delle celebrazioni per i 25 anni del Garante per la protezione dei dati personali in Italia.
La profilazione e il cyberbullismo, le app e i social media, il revenge porn, il web dalla memoria “senza fine”, e ancora i cookies, le password sicure e quelle no, gli smartphone, il valore dei dati, e soprattutto la consapevolezza delle proprie azioni negli ambienti digitali sono solo alcuni dei temi affrontati.
Di fronte a una platea composta principalmente da studenti delle scuole di secondo grado della Capitale (ma anche con la presenza di esponenti di istituzioni e associazioni di consumatori e per la tutela dei minori), l’Autorità, presieduta da Pasquale Stanzione, ha scelto di raccontare la propria lunga storia di impegno al fianco delle persone.
L’evento è stato un’occasione di condivisione e confronto, proprio come prevede la formula agile e partecipata dei Ted Talks.
Dalla carta d’identità cartacea al documento digitale, dagli album di foto fisici alle gallery sugli smartphone, negli ultimi 25 anni le tecnologie hanno cambiato il volto alla società.
A partire dal 1997, anno della sua istituzione, il Garante della privacy, agevolando l’evoluzione della normativa, ha accompagnato le persone e ne ha protetto il diritto alla riservatezza.
Ha quindi accettato la sfida dei cambiamenti tecnologici cruciali che si sono susseguiti, e che hanno di fatto modificato nel bene e nel male le nostre vite.
“La nostra Autorità non è una struttura statica, ma dinamica”, ha ribadito Stanzione, rivolgendosi ai ragazzi, per esortarli “a non diventare schiavi delle tecnologie, in quanto bisogna dominarle non esserne dominati”.
Una foto o una parola condivise troppo istintivamente possono rappresentare un rischio.
L’Autorità ha anche ricordato che in rete “i pericoli sono tanti, serve una formazione perenne e progressiva e un uso consapevole degli strumenti digitali. Per questo tra le prossime sfide da affrontare ci sono sicuramente l’Intelligenza Artificiale, le neuroscienze e il Metaverso”.
Ed è proprio consapevolezza la parola chiave di tutti i talks che hanno scandito questo incontro, soprattutto pensando ai giovani.
Se la miglior difesa contro i pericoli del web è informarsi, gli adolescenti devono essere messi in condizione di sapersi muovere nell’ambiente digitale in piena sicurezza, sfruttando il bene della tecnologia senza esserne vittime.
Dunque bisogna usare la rete ma non esserne usati, considerare i propri dati un tesoro da proteggere, riflettere e agire con cautela, e pensare alle possibili conseguenze.
Lo ha ribadito anche la filosofa Maura Gancitano, sottolineando quanto il punto essenziale non sia “limitare qualcosa o chiudersi per proteggerci dagli altri, ma farsi domande, imparare a usare i dati per essere consapevoli. Non si tratta di non fare, ma di domandarsi perché”.
Ted Talks a scuola: seguiamo l’esempio del Garante
È importante che i giovani siano consapevoli di ciò che succede intorno a loro, ma anche nel resto del mondo.
Per questo potrebbe rivelarsi un buon esperimento proporre questo format a studenti e studentesse delle scuole secondarie di secondo grado.
Attenzione però! Non come fruitori, ma come protagonisti del dibattito, dando loro la possibilità di scegliere gli argomenti da trattare.
Magari, perchè no, in inglese, per aggiungere alla sfida di preparare un discorso pubblico anche l’opportunità di sviluppare capacità comunicative, espositive ed espressive nella lingua più usata al mondo.
Si tratta di un lavoro potenzialmente interessante, in quanto prevede la cooperazione, la rielaborazione di materiali, e l’utilizzo di piattaforme digitali.
Soprattutto è un modo attraverso il quale dare a ragazze e ragazzi un ruolo centrale nel loro percorso didattico.
Lasciando libera scelta sul tema da raccontare e sull’esposizione, ci sono buone probabilità che gli studenti rispondano con entusiasmo al metodo.
Interesse e partecipazione sono pressoché garantiti!
Inoltre il modello dei Ted Talks permette agli alunni di acquisire la fiducia dell’insegnante nell’esporre una lezione come se fossero loro i docenti.
Potrebbe essere molto soddisfacente per loro sperimentare la sorpresa di scoprirsi capaci di tenere un pubblico discorso e di gestire il tempo a disposizione e gli imprevisti, in più in una lingua straniera.