Nelle ultime settimane si è spesso sentito parlare di Threads.
Soprattutto il target dei giovanissimi sarà senz’altro stato raggiunto dalla notizia di una nuova piattaforma social che ha fin da subito ottenuto enorme visibilità grazie all’elevato numero di download.
Per la precisione, si parla di cento milioni di utenti iscritti nei primi cinque giorni dal lancio.
Così Threads, l’app satellite di Instagram, ha fatto il suo esordio sulla scena dei social network di Meta.
Che cos’è Threads?
Sotto molti punti di vista, Threads è una sorta di alternativa a Twitter, che dopo l’avvento di Elon Musk sembra aver cambiato natura.
Threads è accessibile solo se si è già titolari di un account Instagram, da cui viene mutuato il proprio nome utente e i profili seguiti.
L’app consente di condividere un testo per massimo 500 caratteri e video di non oltre cinque minuti di lunghezza.
A differenza di Twitter non esistono però gli hashtag né la messaggistica privata.
L’esigenza colta da Meta è quella di avere uno strumento nuovo, partendo da un qualcosa di preesistente e di ampiamente diffuso.
Personaggi pubblici e creatori hanno specificamente cercato un’alternativa a Twitter “più produttiva e positiva”.
Perché è nato Threads
Dall’avvento di Musk, Twitter ha avuto problemi tecnici, ha cambiato politica sulle spunte blu e sulla moderazione dei contenuti, e ha limitato il numero di post visibili agli utenti (600 al giorno per gli account non verificati, e 6.000 per quelli che lo sono pagando un abbonamento mensile).
Questo ha dato spazio alla concorrenza, e ora è infatti arrivato Threads, che consente ai suoi fruitori di pubblicare testo, foto, link e video in maniera illimitata.
Come si accede a Threads
Per accedere a Threads, come detto, è necessario essere dotati di un account Instagram.
Da qui si può entrare nella nuova piattaforma, completare il proprio profilo, e decidere se seguire le stesse persone che si stanno già seguendo.
Attivare Threads è perciò semplicissimo.
Disattivarlo un po’ meno, perché non si può eliminare il proprio profilo senza fare lo stesso con quello Instagram.
Così prescrive l’attuale politica sulla privacy dell’app.
Per non usare Threads mantenendo in vita l’account Instagram si può disattivare l’account, nascondendo così il profilo, ma anche i thread, le risposte e i like.
Al momento si sta studiando una modalità per disattivare l’uno senza dover fare lo stesso con l’altro.
Threads e i problemi di privacy
Nonostante il boom di iscritti a pochi giorni dal lancio, c’è tuttavia un enorme bacino di utenti che non può accedere a Threads.
Si tratta di quei 446,7 milioni di persone che vivono nell’Unione Europea.
Al momento i problemi principali della piattaforma riguardano la protezione dei dati.
Il Garante irlandese (l’Irlanda è la sede europea di Meta) sostiene infatti che il nuovo social non risponde ai requisiti richiesti dal GDPR in tema di privacy, in quanto potrebbe utilizzare dati di Facebook e di Instagram per i propri servizi pubblicitari.
A parte questa considerazione, le impostazioni di Threads non sono ancora state passate dallo scanner del General Data Protection Regulation (GDPR), il documento che dal 2016 definisce le norme sulla privacy che devono rispettare le aziende nell’Unione Europea.
Non è chiaro quando l’app riuscirà a superare questo blocco, dato che al momento non ci sono ancora state aperture ufficiali da parte di Meta.
Oltre al GDPR, esiste poi il nuovo regolamento sui servizi digitali, il Digital Services Act (che si applicherà dal 1° gennaio 2024), le cui disposizioni vietano di combinare i dati raccolti su diverse piattaforme per pubblicità mirata.
In questo caso Meta combinerebbe i dati di Threads con quelli di Instagram.
Pro e contro di Threads
A differenza di Twitter, per Threads non ci sono limiti di visibilità dei post e account verificati o meno.
Questo è un aspetto positivo immediatamente percepibile.
In secondo luogo, c’è la comodità di essere già collegati con i propri contatti Instagram, e di non partire quindi da zero.
Un’altra caratteristica molto positiva, fino a quando durerà, è che su Threads non ci sono annunci pubblicitari.
Tuttavia le criticità non mancano.
In particolare:
- È in funzione un solo feed algoritmico principale, che include i post delle persone seguite e di altre popolari
- Non si può scegliere di vedere solo i post delle persone seguite, o di avere un feed basato esclusivamente sulla cronologia delle pubblicazioni
- Non si possono modificare i thread dopo la pubblicazione
- Non c’è un indicatore che avverta quando ci si sta avvicinando al limite dei 500 caratteri
- La funzione “cerca” serve solo per rintracciare altri account, ma non le parole nei post
- Non è possibile inviare messaggi privati
A questi punti negativi si aggiungono preoccupazioni regolatorie e di principio.
Per quanto riguarda la tutela della privacy, l’app può raccogliere dati su salute e fitness, acquisti, informazioni finanziarie, posizione, contatti, ecc.
In ogni caso, Threads si sta configurando come un rivale del tutto temibile per Twitter, ed è davvero difficile prevedere quali saranno le sue sorti nel prossimo futuro.
Prospettive per il mondo della scuola
Nell’ambito di una scuola sempre più orientata al ricorso alla Didattica Digitale Integrata e a un uso proficuo dei social media, potrà Threads trovare una propria collocazione e rivelarsi un utile strumento di informazione e di apprendimento?
Se si pensa al valore della multimedialità nell’insegnamento presso le scuole di ogni ordine e grado, è facile ipotizzare che forse sì, uno spazio per Threads potrà esserci come social dedicato a una sorta di rassegna stampa, dove è possibile filtrare una miriade di informazioni.
Intanto vale la pena monitorarlo e seguirne i futuri sviluppi.
Potrebbe ad esempio essere interessante sapere che cosa pensano ragazzi e ragazze di Threads, se ne hanno sentito parlare, se l’argomento li interessa, e che cosa ipotizzano per il futuro di questa app, loro che ne sarebbero i principali fruitori.