Una delle prime cose che fanno gli studenti quando incontrano un nuovo professore è andare a sbirciare il suo profilo social.

Lo fanno perché cercano di conoscere la persona che si nasconde dietro il docente.

Implicitamente, si aspettano che ciò che trovano in rete vada a confermare e validare la percezione che hanno all’interno della relazione di classe.

Alcuni professori soddisfano appieno la curiosità degli studenti, poiché svolgono un’intensa attività “social”, e con i loro post stimolano a livello pubblico il dibattito sull’educazione, la crescita e la relazione “scuola-famiglia”.

Per questo vale la pena chiedersi: “Che cosa può fare un docente sui propri canali social? Quale aspetto della propria vita privata o del proprio lavoro può raccontare? È possibile condividere ciò che accade in classe senza aver ottenuto l’autorizzazione delle persone coinvolte?”.

Che cosa dice il Codice Deontologico

Al fine di arginare alcune cattive abitudini (quali un utilizzo improprio dei social tra professori e studenti, parlare male di un collega di fronte alla classe, o chiamare in causa la famiglia di un alunno davanti ai compagni), l’ANP (Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola) ha preparato il Codice Deontologico degli insegnanti.

Pertanto, oltre alle leggi dello Stato, i docenti e i presidi sono tenuti a rispettare una serie di regole volte a fornire prospettive di comportamento professionale, che costituiscono un patrimonio per l’intera comunità scolastica.

Riguardo l’utilizzo dei social media, gli insegnanti devono astenersi dal parlare male della propria scuola e, qualora vi fossero questioni importanti, queste devono essere discusse nelle sedi opportune.

Pubblicare su Facebook o Twitter frasi che possano nuocere all’immagine dell’Amministrazione presso la quale si lavora è un comportamento che potrebbe comportare una sanzione disciplinare.

Un docente non dovrebbe mai screditare le istituzioni sui social, in quanto viene meno al vincolo di correttezza e buona fede, adottando un comportamento che va in contrasto con la sua funzione di educatore, e che potrebbe causare problemi alla scuola presso la quale presta servizio.

È inoltre vietato parlare male dei colleghi.

Il Codice, infatti, afferma che anche un semplice commento da parte di un professore riguardo l’operato di un collega, se fatto di fronte alla classe, non è corretto.

È un esempio di disconferma che ricade sull’intero istituto.

L’etica professionale di un docente non termina poi con l’uscita da scuola o la conclusione dell’orario di servizio, ma continua a prescindere dal luogo nel quale si trova e dalle persone con cui si relaziona.

Anche sui social, quindi, un insegnante è chiamato a non trascendere, a non usare un linguaggio offensivo, e a non riportare espressioni eticamente deprecabili.

Docenti influencer

Sono in molti, in Italia e nel mondo, i docenti influencer che contribuiscono con i loro siti, i loro canali, e la presenza su tutte le piattaforme più famose, a rendere il mondo dell’education più dinamico e interattivo.

Usare i social e il web a sostegno del proprio lavoro può rivelarsi una scelta efficace, ma a patto di non violare le norme contenute nel Codice Deontologico degli insegnanti.

Fatta questa premessa, si può certamente affermare che i docenti influencer sono quelli che hanno saputo utilizzare al meglio le tecnologie e la rete per condividere, innovare e confrontarsi.

A contribuire a trasformare gli insegnanti in “star” dei social media è stata la pandemia, durante la quale molti docenti hanno iniziato a usare le piattaforme web per ispirare altri educatori.

Gli insegnanti influencer offrono un’istantanea della loro vita quotidiana dentro e fuori dalla classe, evidenziandone gli alti e i bassi.

Questo significa attivare un tipo di comunicazione bidirezionale e partecipativa nella costruzione dell’apprendimento. 

La top list dei docenti influencer in Italia

In Italia gli insegnanti influencer sono stati rintracciati dalla classifica di Osservatorio Alkemy Sole 24 ore, che segnala docenti di ogni ordine e grado di scuola, indicando il numero dei followers e quello dei lettori dei post.

Per esempio, Sandro Marenco, professore di inglese e tedesco ad Alessandria, ha lanciato su TikTok un video per studiare, accompagnato dall’hashtag #ripassiamoinsieme, e ha superato i 250 mila followers.

I suoi post sono letti da oltre 4 milioni di studenti.

Oltre a scoprire collaborazioni di nicchia, gli insegnanti influencer possono individuare e incontrare comunità online simili, condividere consigli, e creare connessioni con altri docenti online.

Come si diventa docente influencer

Ma come si diventa docente influencer?

Ebbene, sul sito emergingedtech.com (in inglese) ci sono addirittura dei consigli.

“Sei un insegnante che vuole diventare una star dei social media? Ecco come iniziare”, si legge nella homepage.

Innanzitutto, conta la coerenza.

Come per il marketing di un marchio di vendita al dettaglio, è fondamentale offrire un’esperienza coerente ai propri utenti.

Per avere successo è essenziale postare con costanza sui canali social per massimizzare la consapevolezza

Quando i docenti influencer pubblicano regolarmente contenuti interessanti e pertinenti, aumenta la consapevolezza dei loro followers.

La regolarità dei contenuti crea anche un senso di attesa da parte del pubblico, che a sua volta aumenta il coinvolgimento.

In secondo luogo, occorre pianificare.

La pianificazione dei post educativi sui social media è fondamentale.

Molti insegnanti ritengono che tre contenuti a settimana su piattaforme come Instagram, per esempio, siano sufficienti.

Tra questi ci potrebbero essere post dedicati ai consigli su come preparare gli studenti alla giornata scolastica che li attende, presentati con un’animazione accattivante.

Anche l’analisi e il monitoraggio dei risultati è molto importante. 

Indipendentemente dal social network preferito, vanno considerati i tassi di coinvolgimento.

Da alcune piattaforme (per esempio Instagram) è possibile ottenere il dettaglio del numero di followers, i like, le condivisioni e i commenti. 

L’analisi dei risultati aiuta a determinare chi è il pubblico e quali sono i momenti migliori della giornata per raggiungerlo.

Inoltre l’interazione con i followers aiuta a generare idee per i contenuti futuri, anticipando i loro desideri e bisogni.

Il confine tra docenti influencer e docenti trasgressori

Non sono docenti influencer, ma trasgressori del Codice Deontologico, gli insegnanti che usano il proprio profilo social per denunciare un fatto che, in modo inaspettato o estemporaneo, è avvenuto nelle loro classi.

Questo genere di azioni spesso viene bollato come inappropriato, e può aprire contenziosi, generando pesanti critiche e dibattiti. 

Docenti che condividono sui social materiali o immagini relative alla vita di classe diventano essi stessi trasgressori di quella regola che chiedono ai loro studenti di rispettare.

Chiaramente, oggigiorno tutto è così veloce, fluido e dinamico che non è facile “fissare” regole e un’etichetta che valga per tutti e per sempre.

A scuola le situazioni sono molteplici e le sensibilità pure.

Le regole probabilmente le stiamo scrivendo tutti, giorno dopo giorno, attraverso ciò che facciamo in rete, e imparando dai nostri errori.