La povertà educativa viene definita come la privazione, da parte di bambini e adolescenti, della possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni.
Purtroppo rappresenta ancora oggi una seria minaccia per il futuro dei giovani, nonostante negli ultimi dieci anni la percentuale di ventenni senza il diploma sia calata (passando dal 23% al 17%).
Alcuni dati sulla povertà educativa
Per avere una fotografia recente della povertà educativa in Italia, è utile rifarsi ai dati dell’indagine promossa dall’impresa sociale “Con i Bambini”, e realizzata dall’Istituto Demopolis.
La ricerca si basa su un campione di 3.540 intervistati, rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne, che comprende genitori con figli minorenni, insegnanti, e rappresentanti di enti del Terzo Settore.
La prima domanda che viene da porsi è: perché ragazzi e ragazze abbandonano la scuola?
Secondo i risultati dell’indagine, gli adolescenti in Italia lo fanno soprattutto per la fragilità del contesto familiare di origine, e per l’inadeguatezza delle strategie di recupero attuate dagli istituti.
Oltre alle problematiche strutturali, si riscontrano poi ulteriori difficoltà dovute alla recente emergenza sanitaria.
Il 67% degli intervistati ritiene infatti che il fenomeno per cui nell’ultimo anno scolastico oltre 80 mila studenti sono stati bocciati per le troppe assenze dovute anche al Covid sia allarmante e da affrontare con urgenza.
In questo contesto, la percezione del 74% degli intervistati è che le disuguaglianze tra i minori in Italia siano aumentate nell’ultimo biennio.
Inoltre, le opportunità presenti sul territorio sono spesso accessibili solo a una minoranza dei ragazzi.
Poco più di 4 italiani su 10, infatti, ritengono adeguato il contesto in cui vivono in termini di strutture sportive, scuole, e spazi verdi attrezzati.
Solo un terzo dei ragazzi vive in città dove cinema, teatri, librerie, asili nido e strutture per l’infanzia possono essere definiti adeguati, e offrono quindi occasioni di arricchimento culturale e sociale.
Le possibili soluzioni
Proseguendo con la lettura dei dati, si apprende che per affrontare le difficoltà della scuola, secondo la maggioranza degli intervistati, è necessario poter contare su docenti capaci di favorire didattiche innovative, specialmente nelle aree più fragili.
La sentita esigenza di investire su una scuola in grado di ridurre i divari emerge anche nell’opinione diffusa che sia meglio sostenere con maggiori risorse gli istituti in grado di ridurre le disuguaglianze tra gli studenti rispetto a quelli in cui i ragazzi ottengono già risultati migliori.
Per tutelare e valorizzare le nuove generazioni è dunque necessario ripensare e riprogettare la scuola, mettendo al centro i reali bisogni di ragazzi e ragazze.
I partecipanti all’indagine sono risultati tuttavia ben consapevoli che anche la comunità deve fare la sua parte per contribuire a un’educazione più equa ed efficace, attraverso l’ampliamento dell’offerta socio-culturale di territori capaci di aprirsi ai bisogni dei giovani.
I provvedimenti per contrastare la povertà educativa
Nel mese di giugno del 2022 è stato introdotto il decreto legge numero 73, che prevede, all’articolo 39 (Misure per favorire il benessere dei minorenni e per il contrasto alla povertà educativa), l’istituzione di un fondo con una dotazione di 58 milioni di euro destinato al finanziamento di iniziative dei comuni da attuare nel periodo 1° giugno – 31 dicembre 2022, anche in collaborazione con enti pubblici e privati.
Tali iniziative sono finalizzate al potenziamento di attività educative e ricreative per i minori, e alla promozione, tra i bambini e le bambine, di attività riguardanti lo studio delle materie STEM, ossia tecnico-scientifiche.
Il Bonus Cultura
Istituito nel 2016, il Bonus Cultura è un’iniziativa a sostegno dei giovani che vogliono investire nella formazione e arricchire il proprio bagaglio culturale.
Si tratta di un contributo di 500 euro, accessibile tramite la piattaforma 18app.
Può ancora essere richiesto dai nati nel 2004 (dal 31 gennaio al 31 ottobre), e utilizzato fino al 30 aprile 2024.
I beneficiari possono usarlo per acquistare libri, biglietti del cinema, audiovisivi, e ingressi a eventi culturali, spettacoli teatrali, musei, monumenti, parchi naturali, aree geologiche e concerti.
Gli acquisti con 18app possono essere effettuati sia in un negozio fisico che online.
La nuova Carta della cultura Giovani e la Carta del merito
Dal 2024 il Bonus Cultura non sarà più in vigore.
La Legge di Bilancio 2023 lo ha infatti sostituito con la Carta della cultura Giovani, destinata a chi ha un Isee familiare inferiore a 35mila euro, e con la Carta del merito, per coloro che hanno ottenuto il massimo dei voti alla fine delle superiori.
Carta della cultura Giovani e Carta del merito, entrambe del valore di 500 euro, sono cumulabili e rivolte ai ragazzi e alle ragazze che compiranno 18 anni nel 2023, ovvero alla generazione nata nel 2005.
Che cosa cambia rispetto al Bonus Cultura
La Carta della cultura Giovani è stata istituita con un obiettivo ancora più specifico del Bonus Cultura, ossia il contrasto alla povertà educativa e la promozione e il sostegno alla lettura.
È una carta elettronica, di importo nominale di 500 euro, utilizzabile entro un anno dal rilascio da cittadini italiani e stranieri residenti nel territorio nazionale e appartenenti a nuclei familiari economicamente svantaggiati.
La si può usare anche per acquistare prodotti e servizi digitali a sostegno della didattica non tradizionale.
Per accedere alla graduatoria dei beneficiari, i soggetti che ne fanno richiesta dovranno fornire il proprio codice fiscale, quello degli appartenenti al nucleo familiare, il protocollo della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), e il valore numerico dell’indicatore ISEE, qualora i richiedenti si trovino al di sotto della soglia prevista.
Il parere del Garante sulla Carta della cultura Giovani
Prima dell’entrata in vigore della Carta della cultura Giovani è stato necessario richiedere il parere del Garante della privacy, che ha approvato le disposizioni attuative per il documento (decreto interministeriale 10 febbraio 2021, n. 73).
Ma che cosa c’entra il Garante con la Carta della cultura Giovani?
Con il nuovo decreto ministeriale si prevede, per la realizzazione della Carta, il riuso dell’applicazione 18app, e quindi di dati già raccolti nell’ambito di quell’iniziativa, fatta salva la possibilità da parte degli utenti di richiedere la cancellazione dall’elenco.
Ancora, come non ha mancato di far notare l’Autorità, il decreto prevede “una corretta definizione dei ruoli nell’ambito del trattamento, l’individuazione delle categorie di dati trattati e delle informazioni da rendere agli interessati, nel rispetto dei principi di liceità, correttezza e trasparenza, e di minimizzazione dei dati (art. 5, par. 1, lett. a) e c), del Regolamento)”.
Il decreto prevede infine che, prima dell’avvio del trattamento dati previsto per la gestione della Carta, sia effettuata una valutazione di impatto, con le misure tecniche e organizzative idonee a garantire un livello di sicurezza adeguato, e siano individuati i tempi di conservazione dei dati.