La legge n. 4 del 9 gennaio 2004 – che prende il nome dal suo proponente, Lucio Stanca, ministro per l’Innovazione e le Tecnologie dell’epoca – si pone come obiettivo quello di rendere fruibili i servizi digitali della pubblica amministrazione anche alle persone con disabilità.
Fu la prima legge in Europa a regolamentare la materia.
Ai sensi della “Legge Stanca”, per accessibilità si intende la capacità dei sistemi informatici di erogare servizi e fornire informazioni a tutti, senza discriminazioni derivanti da limitate capacità fisiche, sensoriali o cognitive.
L’obiettivo è quello di rendere disponibili i contenuti web anche a persone affette da disabilità visive, uditive o cognitive, tramite l’utilizzo di un linguaggio semplice o la descrizione audio delle immagini, e l’impiego delle metodologie indicate nell’allegato A della legge stessa.
L’accessibilità è garantita da una dichiarazione che i soggetti erogatori sono obbligati a caricare sul sito.
Si tratta di un documento che contiene le informazioni sulla conformità ai requisiti di accessibilità, le eventuali aree in cui potrebbero esservi delle non conformità, e il piano per risolverle.
Per garantire che le prescrizioni sull’accessibilità siano concretamente rispettate (e costantemente aggiornate alla luce della continua evoluzione tecnologica), l’articolo 11 della “Legge Stanca” prevede che l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) – sentite anche le associazioni più rappresentative delle persone con disabilità, nonché quelle del settore industriale coinvolto nella creazione di software per l’accessibilità di siti web e applicazioni mobili – emani delle apposite linee guida con cui, tra le altre cose, siano stabiliti i requisiti tecnici per l’accessibilità degli strumenti informatici, ivi inclusi i siti web e le applicazioni mobili, e le metodologie tecniche per la verifica dell’accessibilità stessa.
La concreta osservanza delle disposizioni della “Legge Stanca” è demandata all’AgID, che è l’organismo preposto a vigilare sulla sua attuazione da parte dei soggetti erogatori.
In caso di violazioni, l’AgID può emettere una diffida per eliminare l’infrazione entro un certo termine.
Se la violazione persiste, l’Agenzia può imporre sanzioni amministrative pecuniarie fino al 5% del fatturato.
Accessibilità dei siti web scolastici
La pandemia ha dato un forte impulso al processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione, e l’ambito scolastico non è certo rimasto esente da questo processo.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), nell’ambito dell’iniziativa PA digitale 2026, ha previsto una misura (la numero 1.4.1), chiamata “Esperienza del cittadino nei servizi pubblici”, rivolta a comuni e scuole (per un valore complessivo di 813 milioni di euro), finalizzata a migliorare l’esperienza dei servizi pubblici digitali, definendo e promuovendo l’adozione di modelli collaudati e riutilizzabili per la creazione di siti internet e l’erogazione di servizi online.
Grazie a questa misura, le scuole italiane hanno potuto accedere a finanziamenti per rendere i loro siti web istituzionali più accessibili e coerenti, per una maggiore fruibilità da parte della comunità scolastica e della cittadinanza in generale.
In particolare, Designers Italia, in accordo con il Ministero dell’Istruzione e del Merito e il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha messo a disposizione uno specifico modello di sito web, pensato appositamente per le scuole, sulla base delle necessità degli utenti.
L’obiettivo è quello di creare portali istituzionali con interfacce coerenti, fruibili e accessibili, in modo da offrire a genitori, studenti e all’intera comunità scolastica un punto di accesso semplice e trasversale alle esigenze di ognuno, realizzato sulla base di principi di progettazione “user centred”.
Conclusioni
Il ventennale della “Legge Stanca” è una buona occasione per celebrare i successi raggiunti e riflettere sulle sfide superate in termini di accessibilità dei siti web delle pubbliche amministrazioni, e delle scuole in particolare.
Attraverso una valutazione critica dell’impatto di questa normativa possiamo trarre insegnamenti preziosi per il futuro, assicurandoci che continui a svolgere un ruolo costruttivo per il progresso della società.